Il prolungarsi della pandemia di coronavirus ha fatto sì che molte aziende del fashion abbiano iniziato a convertire la propria produzione in dispositivi di protezione, come mascherine e camici. Ora anche questa attività, così come le disposizioni governative, sta entrando in una sorta di “Fase 2”, che accanto ai dispositivi di tipo tradizionale, vede la produzione di mascherine colorate, in tessuti particolari o addirittura abbinabili ai capi di abbigliamento.
È il caso, ad esempio, del brand marchigiano Fly 3, che da una quindicina di giorni ha avviato la produzione di una vera e propria “capsule collection” di mascherine filtranti, realizzate con i tessuti presenti in azienda, in un’ottica di riuso e riciclo, e con TNT, il “tessuto non tessuto” impiegato nella produzione di abbigliamento medico. Poetici i nomi scelti per i vari modelli, che richiamano il mondo dei venti e del mare, a cui il marchio è particolarmente legato: Maestrale, Tramontana, Scirocco, Libeccio e Levante. Per adattarsi meglio alle differenti dimensioni del volto, l’azienda ha realizzato le mascherine in due “taglie”, M e S, oltre ad aver pensato ai più piccoli, con tre modelli declinati anche in versione bimbi; per il prossimo inverno, quando probabilmente le mascherine faranno ancora parte della nostra quotidianità, Fly 3 sta lavorando a modelli realizzati in maglia a due strati, con la possibilità di inserire il filtro nella tasca intermedia, e abbinabili alla collezione del brand.
Hanno pensato ai bambini anche lo specialista aretino del kidswear Monnalisa, che ha avviato una produzione di mascherine under 12 in fresco cotone 100%, realizzate con le iconiche fantasie del brand (che ha consegnato il primo lotto al reparto pediatrico dell’Ospedale San Donato e fornirà il secondo a una casa famiglia del territorio, oltre a darle come omaggio per gli acquisti e-commerce), e il marchio di abbigliamento 0-3 anni Ninnaoh, che ne ha donate migliaia ai vari enti comunali del territorio e ai reparti malattie infettive dell’Ospedale Madonna delle Grazie di Matera, al quale ha donato anche 1.000 gambali protettivi.
Wrad, design studio e marchio di moda green, ha deciso di avviare la produzione di mascherine riutilizzabili, prodotte con le rimanenze di tessuti a magazzino e realizzate in fibre organiche recuperate dalle passate produzioni; il 10% dei ricavi ottenuti dalla vendita delle mascherine sarà devoluto al progetto di CNMI #TogetherForTomorrow, una raccolta fondi volta a supportare la nuova generazione di designer italiani e piccole aziende di moda. La torinese Pattern, a cui fa capo il brand di capispalla Esemplare, ha annunciato il lancio della mascherina “E Mask”, progettata grazie alla tecnologia 3D in chiave sostenibile, riutilizzabile, confortevole e made in Italy; al progetto hanno collaborato diverse realtà italiane, come Olmetex, azienda comasca specializzata nei tessuti tecnici cotonieri, e DualSanity, azienda proprietaria del marchio Gibaud.